1906-1910 Casa Milà
Paseo de Gràcia, n. 92, Barcellona
Entrando in casa Milà, nota anche come La Pedrera, si ha la sensazione di trovarsi all’interno di un corpo vivo ed accogliente, pareti, soffitti, serramenti ed ogni più piccolo dettagli sia dei vani che delle scale si sviluppano in onde, curve e linee morbide. A livello tecnico egli decise fra i primi di utilizzare il cemento armato come elemento base, sul quale poi sovrapporre i materiali di copertura, come azulejos frammentati e la pietra viva. Grazie al cemento armato poté permettersi di creare dei corpi fortemente aggettanti che stupirono i contemporanei per l’assenza di piloni atti a reggerli. Anche le pareti interne degli appartamenti sono semplici muri divisori in quanto sono totalmente assenti i muri portanti.
Il tema principale degli ornamenti e delle decorazioni è il mare: onde che si susseguono ora lente ora increspate, mulinelli e gorghi, immagini di flora e fauna marina sono incise o in rilievo su pareti e soffitti.
Committenti del lavoro eran i coniugi Pere Milà i Camps e Roser Segimon i Artells. Alta sei piani, occupati ognuno da otto appartamenti che si sviluppano attorno a due cortili interni, uno a pianta circolare e l’altro ovale, la costruzione risulta costosa e complessa, tale per ambizione dei suoi proprietari. L’edificio suscita subito molte polemiche e ironie, registrate dai quotidiani dell’epoca; le riviste umoristiche lo paragonano a un grande garage futurista di dirigibili.
L’architetto dedica molte energie alla definizione della facciata, alla sua modellazione in pietra, come testimoniano i disegni a noi pervenuti. Dapprima pensa a uno sviluppo dei prospetti analogo a quello di Casa Batllò, composto pertanto da balconi e tribune entro una maglia compositiva regolare di tipo tradizionale.
Casa Milà prende il soprannome Pedrera, che significa cava di pietra, dai blocchi di pietra usati per la costruzione della sua facciata e provenienti dal massiccio di El Garraf e di Vilafranca del Penedès.
Il ferro battuto delle balconate disegna motivi astratti e fìtomorfi caratterizzati da foglie ondulate e sinuose. I ferri battuti di Casa Milà compongono una specie di collage scultoreo; sono un’invenzione realizzata nel laboratorio dei fratelli Badia di Barcellona, sotto il diretto controllo di Gaudì. Spettacolare è la cancellata dell’ingresso principale, una trama curvilinea di ferri che lasciano spazi a vetri di più modeste dimensioni in basso e più grandi in alto. Per il pavimento della sottostante strada e per alcuni locali interni alla casa Gaudì disegna un pavimento a piastrelle esagonali in ceramica, con motivi di polipi, stelle e lumache a rilievo leggero, realizzato dalla Ditta Escofet.
Quando Gaudi, ormai maturo e affermato architetto, riceve l’incarico di progettare questo vasto complesso residenziale alto-borghese, lo investe di significati simbolici religiosi, dapprima accettati dalla committenza ma respinti in un secondo momento, perché avrebbero provocato inconsulte reazioni da parte dei movimenti anarchici e anticlericali di Barcellona.
Gaudi vuole in particolare che l’edificio diventi il gigantesco basamento per un monumentale gruppo scultoreo composto da due grandi angeli e dalla statua, alta 25 metri, della Vergine del Rosario, collocati sul tetto praticabile della casa. Le tre figure avrebbero dominato sulla città, emergendo dal profilo ondulato della lunga facciata ove sono incise parole dell’Ave Maria, e avrebbero preso posto tra i camini e i voluminosi corpi scala. Come la vediamo oggi, la facciata di Casa Milà è un non finito. Gaudi infatti non completa la costruzione dell’edificio a seguito di forti contrasti sopravvenuti, attorno al 1909-1910, con la moglie di Pere Milà.
Nel 1966 l’architetto Gil Nebot trasforma il piano nobile in uffici per un’impresa straniera. Tra il 1971 e il1975 vengono realizzati i primi restauri, discutibili per molti aspetti, sotto la direzione dell’architetto Josep Antoni Cornas. Nel 1986 la Caixa de Catalunya acquista l’edificio, per ristrutturarlo e destinarlo a centro culturale aperto al pubblico. La Casa viene restaurata tra il1987 e il 1996; i lavori si concludono con il recupero del sottotetto in muratura, composto da sequenze di archi in forma di paraboloidi iperbolici che si sviluppano in percorsi serpenti nati e attorno ai volumi cilindrici delle scale. Tali archi, costruiti secondo la tecnica catalana, sono composti in filari di un solo mattone e sono collegati tra loro da spine, anch’esse di un solo mattone, a sostegno del tetto ondulato.
Attualmente è di proprietà della Caixa Catalunya, una cassa di risparmio catalana che ne ha fatto un centro culturale. Notissima in tutto il mondo, Casa Milà rientra nei beni del Patrimonio artistico della città di Barcellona dal 1962 ed è bene culturale del patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1984. Attualmente è possibile visitare l’androne, il tetto e un appartamento arredato con mobili d’epoca, in parte progettati dallo stesso Gaudí. Nel sottotetto è allestito un interessante museo sulle tecniche costruttive di Antoni Gaudí.
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