I lavori per la costruzione del tempio della Sagrada Familia, il cui nome completo in catalano è Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia) iniziarono nel 1881 per volere dell’Associazione spirituale dei devoti di San Josè, fondata nel 1866 da Josep M. Bocabella Verdaguer. Il primo progetto per il nuovo tempio fu presentato dall’architetto Francesc del Villar che, in seguito al alcuni disaccordi con l’architetto Joan Martorell, diede le dimissioni. I lavori continuarono e nel 1883 Antoni Gaudì, aiutante di Joan Martorell, venne nominato nuovo direttore dei lavori al posto di Francesc del Villar.
Quando Gaudì iniziò a coordinare i lavori, la cripta era già in gran parte costruita, per questo motivo, Gaudì dovette tener conto dell’impostazione decisa dal suo predecessore: la futura Sagrada Familia sarebbe stata al centro della piana di Barcellona ed in posizione equidistante dai fiumi vicini, dal mare e dalle montagne dell’entroterra.
L’edificio venne riempito da Gaudì da emblemi, figure di santi e di uomini, elementi della flora e della fauna catalana, episodi biblici e scritte religiose per elevare la basilica a edificio simbolo e rappresentativo del popolo.
Con l’avanzare dei lavori Gaudì accentuò la verticalità della costruzione, dotandola di alte torri che, man a mano che i lavori procedevano, rendevano la Sagrada Familia sempre più simile ad un edificio fiabesco.
Gaudì lavorò al progetto della basilica per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 anni della sua vita: si trattava di un’opera altamente complessa, senza contare che molti particolari venivano definiti da solo man mano che la costruzione avanzava. Gaudi, comprendendo che i lavori sarebbero durati decenni, decise di concludere lo sviluppo in verticale della facciata della Natività, riuscendo così a vedere già completata, negli ultimi mesi di vita, la prima torre-campanile.
Gaudí morì nel 1926 e nel 1936, durante la Guerra Civile spagnola, un incendio nel laboratorio distrusse gran parte dei progetti e dei suoi modelli; in seguito, l’architetto Francesc Quintana, basandosi su foto d’epoca e sui resti dei modelli di Gaudì, riuscì a ricostruire buona parte del progetto originale. Questo prevede la costruzione di tre facciate, ognuna dotata di quattro imponenti torri-campanili con scale a chiocciola all’interno: la facciata della Natività ad est (le cui decorazioni, molte delle quali richiamano la natura, celebrano la nascita di Gesù Bambino), la facciata della Passione ad ovest (le cui sculture illustrano drammaticamente la Passione e la morte di Gesù Cristo) e la facciata della Gloria a sud (incentrata sulla Resurrezione ed ancora in costruzione). Il progetto originale di Gaudì comprende ben 18 torri rappresentanti i 12 apostoli, i 4 evangelisti, la Madonna e, la più alta di tutte, Gesù. Le torri degli evangelisti saranno sormontate dalle sculture dei loro più tradizionali simboli (un uomo, un toro, un aquila ed un leone), la torre della Madre di Dio è decorata con una corona di dodici stelle, la torre centrale del Cristo, alta 170 metri, è sormontata da una croce gigante.
A partire dal 1938 i lavori, ed in particolare la costruzione della facciata della Passione, vengono guidati in un primo tempo da Francesc Quintana, poi da Isidre Puig Boada, infine da Lluis Bonet ì Armengol ed entro il 1976 l’architettura della facciata, compresi i quattro campanili, è conclusa.
In seguito i lavori vengono guidati da Jordi Bonet (figlio di Lluis Bonet), lo scultore Josep Maria Subirachs realizza il ciclo scultoreo per la facciata della Passione (circa cento figure per un lavoro della durata di circa 15 anni) e Bonet inizia gli studi per la realizzazione della navata centrale tramite il metodo di fogli di piastrelle sovrapposti, secondo la tradizione catalana.
Cripta
Iniziata nel 1882 su progetto di Francisco del Villar quando Gaudi prese in carico la opera, il 3 novembre 1883, trasformò i pilastri aggiungendo i capitelli con motivi naturalisti, inoltre elevò la volta e circondò la cripta di un fossato per ottenere un’illuminazione e una ventilazione diretta. La Prima opera di Gaudí per la Sagrata Familia fu la cappella di San Giuseppe, costruita tra il 1884 e 1885, data della celebrazione della prima messa. I lavori per la cripta si prolungarono fino al 1891.
Fotografia Canaan, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
La cripta ha sette cappelle dedicate alla Sacra Famiglia di Gesù: San Giuseppe, il Sacro Cuore, l’immacolata Concezione, San Gioacchino, Sant’Anna, San Giovanni e la cappella di Santa Elisabetta e San Zaccaria. Le cappelle sono disposte in forma semicircolare, di fronte alla quale sono situate altre cinque cappelle in linea retta: quella centrale è dedicata alla Sacra Famiglia (che ospita l’altare), affiancata a quelle dedicate alla Nostra Signora del Carmelo (dove è sepolto Gaudí), a Gesù Cristo, alla Vergine di Montserrat e al Cristo Santo (dove è sepolto Josep Maria Bocabella).
Rilievo della Capella di San Giuseppe, disegno originale di Gaudí (1884).
L’altare è presieduto da un bassorilievo della Sacra Famiglia, progettata da Josep Llimona. Notevole anche la chiave della volta centrale con un rilievo policromo dedicato all’Annunciazione, opera di Joan Flotats, così come l’immagine di San Giuseppe di Maximí Sala Sánchez, nell’omonima cappella. La cripta è circondata da un mosaico romano “opus tesselatum”, in cui sono rappresentati la vite e grano, simboli dell’Eucarestia, progettato dall’architetto italiano Mario Maragliano. L’acquasantiera della cripta sono realizzate con delle grandi conchiglie (Tridacna gigas) delle Filippine, fornite a Gaudí dal marchese di Comillas, proprietario della Compañía Trasatlántica Española. Alcuni dei lampadari della cripta Gaudí li realizzò con le proprie mani, perché il medico gli raccomando del lavoro manuale per combattere i reumatismi. Lo scultore Carles Mani ritoccò i capitelli e realizzò un modello di Cristo su misura per la Cripta.
La cripta della Sagrada Familia, insieme al laboratorio di costruzione, subì danni rilevanti il 20 luglio del 1936 nell’attentato incendiario di cui fu oggetto insieme con altre chiese di Barcellona nella guerra civile spagnola. Quest’attacco distrusse e danneggio per sempre alcuni dei modelli, piani e documenti del progetto originario di Gaudí e per questo i lavori a oggi non rispecchiano del tutto il progetto originale. Nella stessa occasione è stata profanata la tomba del fondatore della chiesa, Josep Maria Bocabella, ma per fortuna non quella di Gaudí come poterono controllare i suoi discepoli aprendo la tomba nel 1939.
Dal 1930 la Cripta è utilizzata come chiesa parrocchiale fino alla fine dei lavori. È anche la sede di un’arcipretuta, che include le chiese di Barcellona dello Spirito Santo, dell’Immacolata Concezione, del Cuore di Maria, di Nostra Signora del Rosario, di San Olegario e San Tommaso si Aquino. Il suo primo parroco fu Gil Parés che fece un gran lavoro sociale, e fu anche il promotore della scuola della Sagrada Familia, morì assassinato durante la guerra civile, fu in seguito sepolto nella cripta della chiesa. Dal 1993 il parroco è Lluís Bonet i Armengol figlio dell’architetto discepolo di Gaudí Lluís Bonet i Garí e fratello dell’architetto direttore dei lavori fino al 2012 Jordi Bonet i Armengol.
Tra il 2007 e il 2009 nella cripta furono eseguiti dei lavori di recupero per collocare nuove fondazioni, perché quelle progettate da Villar non erano sufficienti per le modifiche successive apportate da Gaudí, che raddoppio l’altezza dell’edificio. Il pavimento a mosaico e le finestre installate nella cripta sono stati ricollocati senza subire variazioni.
Abside
L’abside occupa la testa della Chiesa, tra la facciata della Natività e della Passione. Al centro è situata la cappella dell’Assunta e ai lati ha due sagrestie interconnesse dal chiostro, che circonda l’intero edificio. Gaudí dedica l’abside alla Vergine Maria, della quale era grande devoto. Il progetto contiene sette cappelle absidali dedicate ai dolori e alle gioie di San Giuseppe, secondo la volontà del fondatore Bocabella. D’ispirazione gotica è situata sopra la cripta e ne segue la medesima struttura. È stata realizzata tra il 1891 e 1893.
Fotografia di Canaan, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
La cappella dell’Assunta, della quale Gaudí disegno un dettagliato progetto, ha la forma di una lettiera di pietra, evocando quella con cui si porta in processione la Virgen de Agosto della Cattedrale di Gerona. L’architetto s’ispirò al lavoro di Lluís Bonifaç di Girona, riproducendo nella cappella anche i dettagli come i tendaggi, la corona, i pilastri e gli angeli. La cappella sarà sormontata da una lanterna di 30 metri d’altezza culminata da una corona ai cui lati saranno presenti quattro angeli e l’iscrizione Salve, Regina, Mater misericordiae in onore della Vergine della Misericordia, patrona di Reus (la città natale di Gaudí). All’interno della cupola figurerà la Santissima Trinità e l’incoronazione di Maria circondata da angeli (evocando la Nostra Signora degli Angeli) nella galleria ci saranno dodici angeli (per le dodici stelle della corona della vergine) con i frutti dello Spirito Santo. Sotto la galleria ci saranno la dormizione della Vergine, la morte di San Giuseppe, la presentazione di Maria al Tempio con San Gioacchino e sant’Anna e le nozze di Canna. Nei portali saranno invocati i santi di Barcellona San Rocco e San Giuseppe Oriol.
Le cappelle hanno un’altezza di 35 metri, su una base di 18 x 18. Sono composta di dodici facce con finestre triangolari, coperto da una cupola decorata con un mosaico e sormontata dalla figura di un vendemmiatore e un agnello (simboli di Gesù Cristo) e le invocazioni dell’Apocalisse: Benedictio, Claritas, Sapientia, Gratiarum actio, Onore, Virtus e Fortitudo. Nell’estate del 2011 si è iniziata la costruzione della sacrestia vicino alla facciata della Passione, gettando le basi si è dovuto demolire parte del vecchio edificio parrocchiale.
L’abside contiene varie decorazioni scultorie, dove sono le statue dei santi che hanno fondato ordini religiosi (San Antonio abate, San Benedetto da Norcia, Santa Scolastica, San Bruno, San Francesco di Assisi, Santa Chiara, San Bernardo di Chiaravalle e di Santa Teresa di Gesù), con l’Anagramma di Gesù (l’iniziale del suo nome circondato da una corona di spine), della Vergine (la sua iniziale con la corona di regina del Cielo e della Terra) e di San Giuseppe (la sua iniziale accompagnata da narcisi, i fiori che evocano purezza e castità). Inoltre, ci sono numerosi elementi della natura quali erbe, soprattutto grano, simbolo dell’Eucaristia, e animali (serpente, camaleonte, lumaca, lucertola, rana, salamandra, ecc), che fungono da gargolla.
Sulle alte inferriate delle cappelle dell’abside s’ergono decorazione floreale che si ispirano all’antifona del Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria: cedro, palma, cipresso, cannella, rosa, verde oliva e balsamo. Le lanterne delle cappelle hanno i simboli delle antifone dell’ultima settimana di Avvento, noto come “antifone O”.
- O Sapientia: saggezza, con un leone e un agnello simbolo dell’unione di forza e mansuetudine
- O Adonai: invocazione ebraica di Dio (corona ducale e scettro)
- O Radix Jesse: asta di Iesse
- O Clavis David: chiave come segno di dominio
- O Oriens: sole come símbolo di giustizia
- O Rex Gentium: pietra angolare (pietra con il símbolo di Gesù Cristo e corona reale)
- O Emmanuel rex: re e legislatore (abito regale, spada e tavole della Legge)
Facciata della Natività
Essendo dedicata all’evento gioioso della nascita di Gesù, questa facciata presenta decorazioni di giubilo in cui tutti gli elementi evocano la vita. Si concentra sul lato umano e familiare di Gesù, con una profusione di elementi popolari come strumenti da lavoro e animali domestici. Orientata a levante (nord-est), è divisa in tre portali, dedicati alle virtù teologali: speranza a sinistra, la fede a destra, e carità al centro, con la Porta di Gesù sovrastata dall’Albero della Vita. La facciata culmina con le torri campanarie dedicate a San Mattia, San Giuda, San Simone e San Barnaba. La facciata fu costruita tra il 1894 e il 1930. Le sculture originali sono di Carles Mani, Llorenç Matamala e Joan Matamala con successivi contributi di Jaume Busquets, Joaquim Ros i Bofarull ed Etsuro Sotoo, l’ultimo che ha lavorato sulla facciata, la cui opera è terminata nel 2000.
I portali sono separati da due colonne quella di Giuseppe fra il portale della Speranza e della Carità, e quella di Maria tra il portale della Carità e quello della Fede. Le basi delle due colonne sono delle tartarughe (una di mare e una di terra) come simbolo dell’immutabilità della Chiesa e della forza della tradizione. Il fusto delle colonne s’innalza a spirale, mentre i capitelli sono in forma di foglie di palma, da cui emergono grappoli di datteri coperti da neve (perché la nascita di Gesù avviene in inverno), cui si appoggiano quattro angeli con trombe (due per colonna) che annunciano la nascita di Cristo. In contrasto con le tartarughe, ad ambo i lati sono presenti due camaleonti simboli di cambiamento. Nel progetto originale questa facciata doveva essere policroma: oltre all’archivolto dei tre portali, tutte le statue dovevano essere dipinte, sia le figure umane, sia quelle vegetali sia quelle animali. Tuttavia tale decorazione non fu realizzata. La curiosità di questa facciata è che Gaudì utilizzò come modelli per i ritratti dei suoni personaggi dei calchi in gesso di cittadini barcellonesi o di cadaveri che giacevano nell’obitorio locale; questo per garantire l’unicità ad ogni singola scultura.
I tre portali hanno quattro porte (quella centrale è doppia) disegnate da Etsuro Sotoo. I materiali utilizzati sono alluminio policromo e cristalli, decorati con vegetazione, insetti e piccoli animali, che evocano il luogo di nascita di Gesù. La porta della Carità è stata decorata con l’edera (simbolo di obbedienza) e fiori di zucca (simbolo del matrimonio), quella della fede con rose selvatiche senza spine seguendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, che ha rimosso le spine alle rose, e quella della Speranza presenta delle canne, come quelle del fiume attraversata dalla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto.
Gaudí, essendo consapevole di non poter completare l’opera, decise di costruire completamente questa facciata per dare un’idea globale della struttura e delle decorazioni piuttosto che continuare la costruzione nella sua interezza e in maniera lineare.
Facciata della Passione
La facciata della Passione fu iniziata nel 1954 secondo i disegni e le spiegazioni che Gaudí aveva lasciato. Le torri furono terminate nel 1976 e da allora si è lavorato alla decorazione scultorea. Gaudí progettò questa facciata durante la convalescenza dalla febbre maltese a Puigcerdà nel 1911. Dedicata alla passione di Gesù, intende riflettere la sofferenza di Cristo nella sua crocifissione, come riscatto dei peccati degli uomini. Gaudí concepì pertanto una facciata più austera e semplificata, senza ornamenti, in cui si distingue la nudità della pietra, in modo da somigliare a uno scheletro, ridotta alle semplici linee delle sue ossa. Include solo le sculture del ciclo della Passione di Gesù di Josep Maria Subirachs, che ideò una serie semplice e schematica, con forme angolari che causano un effetto drammatico. Subirachs realizzò la sua opera tra il 1987 e il 2009.
Orientata verso ponente (sud-ovest), la facciata è sostenuta da sei grandi pilastri obliqui che ricordano tronchi di sequoia, su cui è posto un grande frontone a forma di piramide composta da diciotto colonne a forma di osso, in costruzione, per essere sormontata da una grande croce con una corona di spine. Le torri sono dedicate agli apostoli Giacomo il Minore, San Tommaso, San Filippo e San Bartolomeo.
La facciata della Passione, come quello della natività, presenta tre portali dedicati rispettivamente alla alla Fede, alla Speranza e alla Carità, con porte in bronzo create da Subirachs. Il portico centrale, della Carità, presenta due porte dedicate al Vangelo, con i testi dei libri che raccontano gli ultimi giorni di Gesù, separati da una bifora con le lettere greche alfa e omega come simbolo del principio e la fine. La porta è alta 5,28 metri e larga 2,82 e pesa 6500 chili. Quella di sinistra presenta i passaggi concernenti la Passione del Vangelo di Matteo e quella di destra quelli di Giovanni. Nel loro insieme, presentano un totale di circa 10000 lettere, alcune delle quali vengono fatte risaltare in bronzo dorato, come la frase “Che cos’è la verità?” nel contesto in cui Gesù di fronte a Pilato rispose alla sua affermazione che egli è venuto a “testimoniare la verità ”
Di fronte alle Porte del Vangelo si trova la colonna della Flagellazione, che sostituisce la croce originariamente prevista da Gaudí; per questo motivo Subirachs divise la colonna in quattro blocchi, che simboleggiano le quattro parti della croce. La colonna è alta cinque metri ed è realizzato in marmo travertino. Altri dettagli delle colonne sono i nodi della corda, che simboleggiano le torture sofferte da Gesù, il fossile di palma nana nel blocco di marmo, simbolo del martirio e della resurrezione, la canna che i soldati danno a Gesù invece dello scettro reale, simbolo delle derisioni subite dal Redentore. I tre scalini simboleggiano i tre giorni che trascorreranno fino alla risurrezione.
Nel portico della Fede è presente la Porta dei Getsemani, di 4.41 metri di altezza per 2,40 di larghezza, dedicata alla preghiera di Gesù nell’Orto degli Ulivi. Raffigura Gesù che prega, mentre i discepoli dormono e in alto a sinistra appare il cielo di notte con la luna piena come un presagio di morte. Nella parte inferiore s’incontra un poliedro preceduto dall’incisione dalla Malinconia di Albrecht Dürer, con l’iscrizione “Gesù avanzandosi un poco si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!»”
Il portico della Speranza ospita la Porta dell’Incoronazione di spine, di 5 metri di altezza e 2,40 di larghezza. Qui Gesù è raffigurato deriso con indosso la corona di spine, il mantello e bastone, come scherno per la sua condizione di re, ed è presente la frase: “E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano d’avanti e gli dicevano “Salve, re dei Giudei” e gli davano schiaffi” (Giovanni 19: 2). In un’altra scena si vede Gesù condotto davanti a Erode e Pilato, che si trovano di fronte simmetricamente, come se si vedessero allo specchio, con una citazione dalla Divina Commedia di Dante e un poema di Salvador Espriu, La pell de Brau (La pelle del toro).
Il ciclo scultoreo della Passione è distribuito in tre livelli, in ordine ascendente a formare una S, per riprodurre il Calvario di Gesù.
Facciata della Gloria
La facciata della Gloria è quella principale della chiesa, e per questo sarà anche quella più grande, che darà accesso alla navata centrale. I lavori sono iniziati nel 2002, l’opera è dedicata alla gloria celeste di Gesù, rappresenta il cammino verso l’alto e quindi verso Dio. Vi sono rappresentate la Morte, il Giudizio Finale e la Gloria ma anche l’Inferno, per chi si discosta dai dettami di Dio. Gaudí abbozzò soltanto le linee generali di questa facciata, perché era cosciente che non l’avrebbe realizzata, quindi penso di lasciare libertà di esecuzione agli architetti che avrebbero continuato la sua opera.
« Il frammento del modello delle torri della facciata principale non lo completerò e neanche la svilupperò. Ho deciso di lasciarla solo programmata affinché altre generazioni collaborino alla costruzione del tempio, come si è visto più volte nella storia delle cattedrali, le cui facciate non solo sono di altri autori, ma anche di altri stili.» (Antoni Gaudí)
Per accedere al Portico della Gloria ci sarà una grande scalinata con una terrazza, dove si collocherà il Monumento al Fuoco e all’Acqua, con un grande sostegno per torce (tipo bracere) con il fuoco, a rappresentare la colonna di fuoco che guidò il popolo eletto, e un dispensatore di acqua, con un getto da 20 metri di altezza che si dividerà in quattro cascate, per simboleggiare i fiumi del paradiso terrestre e le sorgenti di acqua viva dell’Apocalisse.
La Sagrada Familia non è stata ancora finita: probabilmente, al suo completamento, diverrà la più grande basilica al mondo.
letizia piccarolo dice
quest’anno sono andata a Barcellona con la mia classe è stata una vacanzina bellissima la sagrada è una cosa spettacolare da non perdere durante la tua vita.. ciao comunque mi chiamo letizia e ho 14 anni vado alla scuola Andrea Mandelli di Milano
pieru dice
Ciao Letizia e benvenuta. Complimenti per la gita e per aver apprezzato l’opera di un genio.